Libro con copertina morbida, pag. 322.
acquista
Con le vicende di banditi nel regno di Napoli durante il dominio spagnolo dall'inizio del cinquecento all'inizio del settecento, sono seguiti i provvedimenti repressivi del governo. Sono quindi indicate le cause che hanno reso il banditismo tetragono a ogni persecuzione e resistente a ogni azione repressiva.
omissis
Fino al primo decennio del seicento, oltre e più che i baroni nei
feudi, furono soprattutto i nobili e i ricchi proprietari nelle
città regie e feudali nonché gli ecclesiastici nei conventi e nelle
chiese, a fomentare i banditi per servirsene nella lotta contro
nemici e rivali. Salvo rare eccezioni, in ogni terra e città,
famiglie del ceto nobile e del ceto onorato erano in conflitto tra
loro e davano sfogo alle loro inimicizie assoldando bande intere o
singoli fuorilegge per avere ragione degli avversari, per vendicare
offese ricevute e per prevalere imponendo specialmente la propria
autorità negli organi di governo cittadino. Non dirado, membri di
queste famiglie divenivano banditi per essere stati autori di
qualche delitto e, a capo di piccole bande, eseguivano le vendette
delle proprie famiglie e, spesso, commettevano ogni sorta di
violenze e di reati per naturale inclinazione. Il successo che
riportava questa o quella famiglia era del tutto provvisorio, una
vittoria di Pirro. Le violenze cui aveva fatto ricorso per
conseguirlo, producevano, prima o poi, la reazione della famiglia
che le aveva subite. Si perpetuava così un clima di vendette e, tra
le famiglie in lotta e con il concorso di altre famiglie, si
protraeva una guerra infinita, non solo all’interno dei luoghi
abitati, ma anche nelle campagne e sui monti. Di quanto avveniva
nessuno mostrava di meravigliarsi, tanto quello stato di conflitto
permanente era consueto. Nelle città famiglie dei ceti elevati,
nobili e onorate, erano le une contro le altre, impegnate in lotte
infinite per prevalere. Clerici e vescovi e le loro famiglie non
erano da meno e facevano di tutto per affermare il loro potere e,
spesso, il loro capriccio. Cittadini di ogni ceto, dall’artigiano al
massaro, al contadino, erano anch’essi presi dalla frenesia di
prevalere e di procurarsi il sostentamento e il benessere senza
fatica e con l’uso della forza. In un ambiente del genere impregnato
di violenza e in quel mondo umano e sociale che [...]
acquista
omissis
Il compromesso con il banditismo fu allora l’unico mezzo di cui
disponeva il governo per ridurre i danni che produceva la presenza
di tanti fuorilegge ben protetti. In mancanza di altri mezzi, fu
tanto più efficace quanto più venne meno la capacità repressiva del
governo. E il potere regio se ne servì per alleviare il danno che
producevano tanti banditi, la cui numerosa presenza era fonte di
turbamento e potenziale esplosivo che sarebbe potuto divenire
pericoloso se fosse sfruttato dalle congiure nel regno e fuori dalle
potenze nemiche della monarchia. Il potere regio se ne servì pure
per fornire a buon prezzo nuova truppa agli eserciti spagnoli
operanti in Europa. Il governo era consapevole della propria
incapacità di usare altri mezzi. Era evidente che i drastici mezzi
repressivi impiegati in passato non erano più disponibili e che i
pochi mezzi che si usavano erano insufficienti e inefficaci.
Prevaleva l’opinione che non si potesse contenere il banditismo con
i pochi mezzi di cui si poteva disporre. E, a proposito, nel 1646 si
suggeriva al viceré, duca d’Arcos, qualche provvedimento da prendere
per sopperire alla mancanza di mezzi e di risorse. Gli si faceva
notare che non si sarebbe mai potuto frenare il banditismo, anche se
le forze impiegate nella persecuzione, i commissari regi e le
squadre di campagna, usassero la massima diligenza. E anche se
fossero stati attivi e diligenti al massimo, non ci sarebbe da
sperare nel buon esito, perché quei commissari e quelle squadre
erano sempre stati corpi poco incisivi e poco efficaci: «han sido
siempre de poco fructo». Si indicava quindi al viceré il solo mezzo
da adottare per liberare al più presto il regno dalla locusta che lo
opprimeva, «para limpiar con brevedad el reyno de esta langosta que
le tiene oprimido». Bisognava cioè costringere i baroni e le persone
potenti a perseguire i banditi a proprie spese. E dato che […]
acquista